26 Settembre, Damien/Emma

L'arrivo di Victoria aveva avuto un effetto particolare su suo padre. Damien aveva preso via via una piega più seria negli ultimi anni, si era fatto più simile a suo padre e sembrava quasi aver perso il suo fare leggero di un tempo. Emma si era adattata a quel cambiamento, non aveva cercato di metterlo in guardia o correggerlo in alcun modo, lo aveva sempre accettato così com'era e se la sua vera natura fosse stata quella l'avrebbe accolta nonostante non fosse quella alla quale si era originariamente innamorata. Da quando la bambina era nata, tuttavia, lo spirito dell'uomo era tornato, dimostrando che era proprio quello il vero tono della sua personalità. Gli aveva tolto da dentro la paura che piano piano si era radicata in lui.
Quella mattina erano stati presto a trovare Elizabeth e l’avevano lasciata sola nel momento in cui la moneta che aveva in comune con Charles le aveva fatto capire che l’arrivo dell’uomo era imminente. Quando uscirono dalla sua stanza, la prima cosa che apprezzò Damien fu il cambio d’aria. L’odore dell’ultima tisana che aveva preparato la Berry aveva intriso la camera di Beth e lui aveva fatto fatica a sopportarlo. Anche Beth l’aveva odiato ma le era sembrato scortese rifiutare l’enorme teiera che la donna le aveva recapitato fieramente quella mattina.
-Se avrà problemi di olfatto col crescere mi ricorderò di questa mattina.-
Damien aveva alzato davanti a sé sua figlia, paffuta e silenziosa, con gambe e mani in continuo movimento. Aveva occhi vivaci di un colore ancora non ben definito.
-Eli mi ha mandato le ultime notizie, ti va se andiamo un po’ nel parco? Ci stendiamo un po’, leggo quei fascicoli e vediamo se c’è qualcosa di importante. Qua dentro è deprimente.-
propose ad Emma dopo essersi ripoggiato addosso Victoria, nel camminare

Emma era decisamente contenta di uscire da quel posto, così come Damien.
-Certo!-
passò una mano sul braccio dell'uomo, come fosse una carezza, poi si slacciò un bracciale che poteva sembrare tra il cuoio e la corda, lo tirò ad un'estremità e quello si allungò e si divise in due. Legò il bracciale che ne era uscito al polso di Damien e si riallacciò il suo: glielo aveva donato la nonna di Sophia e sembrava che quel materiale fosse difensivo, da due massimo tre incantesimi o comunque diminuendone l'efficacia.
-Certo che è parecchia roba-
commentò lei; aveva solo visto la quantità di fogli e fascicoli arrivati da Eli. Era sorprendente come in pochi giorni avessero accumulato così tante novità.

Per quanto trovasse la nonna della Berry ancora più pazza della Berry, lasciò fare Emma dato che in lei aveva fiducia.
Una volta all’esterno, sedettero all’ombra di un Salix Rubicondo, un enorme salice piangente rosso scuro che faceva parte degli alberi rari della fiera collezione della vecchia Eglantine. Le sfumature scarlatte correvano lungo le foglie come se si potesse vedere la linfa viva che le attraversava. Victoria era calma e guardava mezza distratta mezza curiosa le lucciole che Emma aveva fatto comparire davanti a lei con un incantesimo.
-Hanno la locazione dell’istituto dove portano i Tipi 0 ..più problematici. Non è un posto dal quale tornano, pare..-
Immaginava che per ottenere quelle informazioni dovevano esserci andati pesanti con gli interrogatori ai maghi della Fratellanza che avevano preso. Erano buoni risultati anche perché la posizione confermava le informazioni che aveva dato loro Charles. Non le avevano mai utilizzate ancora proprio per non far capire che ci fosse una talpa tra quelli della Fratellanza. Ora che avevano dei sequestrati, ogni informazione poteva benissimo essere provenuta da loro, che fosse effettivamente così o che ci fosse Charles di mezzo.
-Chiede che Claire torni. La ragazza dei Tipi 0..quella Elaine..pare che senta una voce che le parla ma non vuole dire altro a nessuno se non a lei.-
Inspirò come se non fosse sicuro fosse una cosa importante.
-Edward non s’è più fatto vedere..-
Quest’ultimo argomento gli fece soffermare lo sguardo tra i fogli più a lungo. Non era da lui tralasciare il Sanatorio.

-Una voce?-
Emma distolse per un momento lo sguardo dalla bambina, la qualche provava ad allungare le manina verso le lucine che aveva evocato. L'espressione della donna era appena corrucciata, quasi triste: chissà quante emozioni contrastanti doveva subire quella Elaine, la confusione.
-Glielo diremo, avevamo avuto l'impressione che di lei si fidasse-
annuì appena, facendo un forte respiro, come a purificarsi con aria nuova e a scacciare quella vecchia da dentro sé.
-Sei preoccupato?-
Emma glielo domandò, dopo che il marito aveva nominato Edward; anche lei non era tranquilla affatto per questa storia, anche Isabel pareva essere poco informata su dove fosse.

Damien non sembrava dare molto peso alla cosa, aveva già spostato l'attenzione altrove, sui documenti, quando Emma aveva rimarcato la notizia che lui solo di sfuggita aveva menzionato. Lui si limitò a scrollare le spalle. Quello era il genere di cose che avrebbe interessato molto la Berry, sciocchezze insomma. Era Eli che teneva molto a trattenere i Tipi 0, come se avessero una qualche utilità. Per Damien era importante semplicemente metterli in salvo, sia perché erano pericolosi per gli altri - dopotutto erano l'arma del nemico - sia perché erano persone e come tali meritavano quantomeno il rispetto di non essere usati.
Quanto al discorso di Edward, invece, l'Auror pareva più corrucciato.
-Beh, non è esattamente da lui, sbaglio? Dopo l'incidente che gli è capitato durante l'ultima missione non s'è visto praticamente più. Ma dev'esserci qualcos'altro sotto. Non dico che sia un cuor di leone..ma Isabel non la lascerebbe indietro senza far avere sue notizie..non senza un buon motivo.-
Victoria strappò al padre un sorriso distratto, quando emise un breve gorgoglio allegro.
-Forse lo stanno seguendo..-
tentò, pensieroso, con gli occhi ancora sulla figlia

Emma imitò il versetto fatto dalla figlia con un sorriso ampio per lei, sorriso che ebbe in cambio dalla bambina. Urlacchiò ancora, dimenando allegra le braccia, facendo sorridere Emma di nuovo; lei le prese una manina, prima di rispondere a Damien.
-Non è per niente da lui, non sbagli...io sono un po' preoccupata, sinceramente. Magari ne parlo con Isa...-
Emma fece una pausa e sospirò appena: basta parlare di quella situazione, avevano qualche minuto lì, sarebbe stato qualche minuto di vera pausa. Non ce la faceva più a vedere il viso preoccupato o in tensione di Damien, non sopportava di vederlo stare giù, diverso: sembrava che la bambina avesse fatto ritrovare ad entrambi una certa spensieratezza, ma in quel clima...
Aveva a volte timore che Victoria non potesse crescere bene così, ma forse si sbagliava: sembravano più uniti che mai.
-Quando stacchi sta sera, signor Barker?-
lo guardò con un certo brio negli occhi verde scuro
-Avrei in mente un paio di cose da proporre-

Con un sospiro continuò a sfogliare il fascicolo. Si soffermava qua e là tra immagini e trafiletti. La domanda di Emma gli fece alzare le sopracciglia ma non gli occhi dai documenti.
-Agente speciale, Barker, prego.-
fece come niente fosse. Anche se parlò assieme ad Emma, che non aveva finito, la sentì perfettamente.
Chiuse il fascicolo con un tonfo secco e girò il viso verso di lei con palese interesse. Un sorrisetto gli animò lo sguardo già più vivace di prima.

Era consapevole di essere stata poco specifica nell'affermare i piani che aveva. Continuò in quella parte e corrugò appena la fronte, con un sorrisetto.
-Stai fraintendendo-
disse, non controllando il sorriso, che divenne appena più largo. Intanto continuava a giocherellare con la manina della bimba, che allegra muoveva le piccole braccia.

- Sai, la Berry mi chiede da giorni quando le lasciamo un po' di tempo con Victoria -
il sorrisetto di Damien rimase immutato
- Adora i bambini e dice che si sente sua zia solo per aver messo insieme noi.-
citò testualmente ciò che aveva detto la donna qualche giorno prima, dopotutto non era completamente in errore. Lui ed Emma si erano conosciuti grazie al corso di teatro.

-Mh...e chissà perché me lo dici solo adesso-
disse lei, sorridendo di nuovo.
-Immagino potremmo lasciargliela per qualche ora, sempre se Victoria sarà d'accordo.-
Emma sorrise verso la figlia e lei, sentendosi chiamare e vedendo il volto sereno della madre, sorrise a sua volta, producendo un versetto contento.
-Volevo portarti in un posto...-
l'idea della donna era di portarlo in una specie di pub, locale che aveva aperto da poco ma sembrava aver iniziato col piede giusto; anche Rick, che era aveva occhio per queste cose, aveva approvato. Emma voleva portarci Damien perché nel locale facevano anche il karaoke e farle cantare una canzone al karaoke era una delle prime cose che Emma aveva fatto, spinta da Damien. L'inizio di come l'uomo l'avesse aiutata a spazzare via le sue insicurezze sulle relazioni.

- La Berry ha tanti problemi ma coi bambini devo ammettere che è brava. -
Effettivamente a Victoria piaceva molto Sophia, anche se Damien aveva sempre ipotizzato fosse per gli strani profumi che indossava e per il tintinnare di tutti quei dannati braccialetti.
Damien fece apparire davanti a sé un foglietto di carta e tirò fuori dalla tasca dopo una lunga ricerca - da quando Aiden aveva applicato quell'incantesimo di estensione alle sue tasche non era mai stato così fornito - una penna prendi-appunti.
- D'accordo..non mi devo bendare, o roba del genere, vero? -
La penna prendi-appunti finì di scrivere la nota sul foglietto davanti a Damien e dopo aver dato una veloce riletta il giovane diede una soffiata sul foglietto ripiegato e quello spiccò il volo, diretto verso la casa. Il bigliettino avrebbe trovato Sophia in meno di un paio di minuti.

Emma corrugò la fronte, divertita dal marito.
-Bendare?-
le venne da ridere
-Mi hai decisamente frainteso, signor Barker-
glielo disse a posta, ignorando la scherzosa correzione che aveva fatto lui stesso poco prima, su come chiamarlo. Dopo averglielo detto si avvicinò a lui e, con un sorriso sulla labbra, gli lasciò un bacio.
-Se vuoi bendarti non credo ci sarebbero problemi, magari becchi qualche palo per strada-
continuò, divertita.

Damien sorrise ancora accostato alle labbra di Emma.
- Va bene, signora Barker, per oggi comandi tu -
si sporse per strapparle un altro bacio per poi alzarsi. Allargò le dita delle mani una volta davanti a Victoria, puntando i palmi verso di lei. La bambina imitò il gesto e solo allora il giovane si chinò per prenderla in braccio. La caricò su una spalla e prese a molleggiare mentre camminava, facendola ridacchiare. Tese la mano che non reggeva Victoria verso la moglie e fece per tirarla a sé. Il parco di quella casa era davvero bello, terribilmente tetro di notte ma estremamente piacevole in quella giornata soleggiata.

Emma si lasciò avvicinare da Damien e si sorprese ad emettere un silenzioso sospiro rilassato, forse appena mesto: quel genere di tranquillità e normalità le mancava più spesso, ora che Victoria era nata, e sembrava sempre più lontana da raggiungere.
Strinse il marito appena, mentre rientravano, camminando piano attraverso il parco.

Sophia aveva accettato di buon grado di tenere Victoria, come Damien stesso aveva immaginato. Emma scoprì che le pesava lasciarla anche solo per un paio d'ore, ma si ripeté che era in ottime mani; in più avrebbero saputo subito come contattarli in caso di bisogno.
-Credi che avremmo dovuto portare Victoria?-
domandò a Damien, mentre si avviavano in un buon punto per smaterializzarsi senza problemi.

Damien si fece ironicamente serio
- Questa sorpresa si fa sempre meno interessante, devo dirtelo -